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mercoledì 12 settembre 2012

Coi bambini ci vuole pazienza


Rieccomi dopo il mese di agosto di pausa. Il titolo del post è quello che ho imparato in questi nove mesi pieni di gravidanza più questa settimana di vita.
Parto dal presupposto che non ero entusiasta che nascesse proprio ad agosto, io che non ho molta simpatia per l'estate. L'idea di avere in quel mese per sempre il compleanno di un figlio mi lasciava un po' lì ed all'inizio speravamo aspettasse qualche giorno in più, almeno se non settembre gli ultimi giorni del mese. Poi man mano che le informazioni crescevano mi prendeva l'ansia di arrivare troppo dopo il termine, quando si moltiplicano i controlli e si avvicina la famosa data del 41+3 in cui scatta il ricovero e la probabile induzione. 
Agosto iniziava ad andare benissimo.
Ma in queste cose non sei proprio tu a scegliere ed ecco che il protagonista di questa avventura sembrava proprio non avere nessuna voglia di lasciare il monolocale in dotazione senza pagare l'affitto.
Nonostante tutti mi dicessero di non muovermi troppo negli ultimi giorni, di non fare questo e non fare quello 'perché può nascere da un momento all'altro', io non sentivo nulla e nei giorni dopo il termine è scattata anche la pulizia della casa selvaggia e le camminate per velocizzare la pratica ma nulla.
Questa attesa è stata estenuante psicologicamente, per me che sognavo un parto naturale ed all'inizio mi ero informata anche sui parti in casa. Mi chiedevo il perché  tardasse se mai ce ne fosse stato uno.
Niente da fare lei si è presa tutto il tempo disponibile fino all'ultimo giorno.
Ma il caso non esiste e nonostante martedì mattina io sia entrata in ospedale per l'ultimo controllo piangendo, a posteriori posso pensare che abbia aspettato tanto per farmi conoscere più personale possibile ed iniziare a parlare con loro. Non solo quella mattina ho trovato una dottoressa che non mi ha ricoverato perché era iniziato il travaglio e se avessi voluto me lo avrebbe fatto fare a casa (le facce delle ostetriche non erano molto d'accordo), ma la sera quando sono tornata ho trovato di turno un'altra dottoressa e un'ostetrica  gentilissime che hanno ascoltato le mie richieste ed assecondate fin dove possibile. 
Mi piace pensare che se le sia scelte lei.
Dopo tutta quest'avventura, in una notte col temporale, MERCOLEDI' 5 SETTEMBRE alle 3.24 si è fatta conoscere al mondo BEATRICE, nata per parto naturale a 41+4 settimane, di 3520 g e ben 53 cm di lunghezza.


Una ranocchietta dai tanti capelli neri e gli occhi chiari, giusto per lasciarci ancora un po' in sospeso e vedere che colore saranno.
Posso dire di essermi trovata bene in ospedale nonostante le mie titubanze e non avrei smesso un secondo di ringraziare il personale che mi ha assistito.
E' stata un'emozione forte anche per avere avuto accanto tutto il tempo mio marito nonostante le previsioni non lasciassero sperare questo. Lo ringrazierò sempre perché c'è stata quella complicità che solo con lui poteva esserci e mi ha dato davvero una grossa mano. Lucida io per chiedere quello di cui avevo bisogno ed attento a mille cose lui per aiutarmi dove appena poteva.
Il rientro a casa è stato splendido, io che avevo nostalgia di Mousse e mi veniva da piangere quando la pensavo a casa a cercarmi, ricoccolarla e vederla attenta e calma nell'accogliere Beatrice, mi ha sciolto.
Oggi è una settimana che la piccola è tra noi, le cose da fare sono tante e i momenti di pausa servono per riposare o fare l'indispensabile in casa ma va tutto benissimo e tutto sommato ce la caviamo benone.
Forse questo post serve più a me che a voi che leggete ma volevo esternare e lasciare traccia, forse anche per lei un domani, di quello che ho vissuto e della gioia che ci ha dato.


Un muggito e un saluto,
Silvia e Olivia.